Lettera B

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view post Posted on 19/10/2010, 22:14
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Celeste

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BARDANA

Arctium lappa
Sinonimi:Bardana, Lappa
Denominazione botanica: Arctium lappa L.
Famiglia: Composite
Provenienza: Italia, spontanea o coltivata
habitat: non ha problemi di adattamento, la si trova fino a 1800 metri.
Principi attivi.:inulina, polienine, acido arctico, arctiopicrina

Categoria terapeutica
depurativo, diuretico, antisettico, ipoglicemizzante. Usato anche localmente come antiacneico e antipsoriasi

Impiego popolare della bardana

- acne
- affezioni cutanee
- drenante
- cicatrizzante
- diabete

La bardana è una pianta di medie dimensioni, fino a 50 cm, dal robusto busto scanalato, é biennale.
Presenta delle foglie di forma a cuore e di colorazione verde nella parte superiore, mentre la parte inferiore assume una colorazione più grigiastra e una consistenza vellutata.
Tra Luglio e Settembre mostra dei piccoli fiori di colore rosa e forma sferica.
Viene utilizzata come pianta medicinale fin dall'antichità, ed è riproposta nella moderna fitoterapia ed erboristeria in svariati prodotti.

La bardana ha un'azione antisettica nota, la quale sarebbe dovuta alla arctiopicrina, un antibiotico attivo presente che si è mostrato utile contro batteri gram + e funghi.
Per il contenuto di acido arctico, il quale si manifesta in particolar modo nei riguardi di affezioni cutanee, la bardana può essere utilizzata anche come cicatrizzante e disinfettante. L'acido arctico contenuto svolge a livello epatico anche azione drenante e detossicante, potenziando gli effetti.

La Bardana come coadiuvante nel diabete non insulino dipendente
Componenti ad azione ipoglicemizzante: acido guanidino-n-butirrico, frazione sesquiterpenica, inulina, vitamine del grupppo B.
Proprietà: l'acido guanidino-n-butirrico, contenuto principalmente nelle radici, possiede effetti insulinosimili in vari distretti. In particolare sopprime la gliconeogenesi nel fegato, stimola la glicolisi anaerobica e inibisce la glicogenolisi epatica e l'assorbimento intestinale del glucosio. Pur tuttavia non è attivo nel diabete iatrogeno insulinoprivo. L'azione ipoglicemizzante è potenziata da alcuni componenti della frazione sesquiterpenica e dall'alta percentuale di inulina (30-45% nella radice).

bardana estratto secco
Cariche Organolettiche: polvere fine di colore bruno, sapore insipido
Solubilità: parzialmente solubile in acqua
Principi attivi.:inulina, polienine, acido arctico, arctiopicrina
Titolo FU o altro testo: 1:4 (E/D)
Categoria terapeutica: depurativo, diuretico, antisettico, ipoglicemizzante
Preparazioni e dosi: 300-400 mg 2-3 volte/dì,in capsule

Indicazioni della Bardana, Arctium lappa:
La moderna bibliografia di settore, indica la bardana nell'acne. Questo utilizzo sarebbe dovuto dall'ampio spettro d'azione che l'estratto mostra, essendo ad un tempo antisettico, cicatrizzante e infine detossicante. viene anche indicato per altri problemi di pelle come dermatiti seborroiche ed eczemi.

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BETULLA

Betulla alba
Famiglia: betulaceae
Diffusione: nord Europa, fino alle latitudini del centro Italia
Habitat: boschi fino a 1500 metri

La betulla indicazioni e impiego popolare
La betulla è un imponente albero originario dei paesi freddi nordici che si è ben adattato anche alle nostre latitudini e che quindi è facilmente rintraciabile anche in Italia.
Oltre alla sua dimensione, spicca all'occhio la sua bella corteccia a tratti bianca e a tratti argentea. Le foglie sono ovali e, assieme alla corteccia e alla linfa, vengono impiegate nella moderna fitoterapia o nei preparati in erboristeria.
In molte culture nordiche, la betulla venva considerata una pianta magica, per i Celti ad esempio, la betulla rappresentava la saggezza, veniva perciò considerata pianta sacra. In altre culture sempre del nord, veniva considerata magica, per questo la si trova spesso in antichi testi riguardanti riti sciamani. Sempre per restare a tema, le scope delle streghe sarebbero di betulla.
Probabilmente questa sua immagine sacra e magica è data dal fatto che in questi paesi la betulla da sempre viene impiegata in tutte le sue compoenti, rami, foglie, ramoscelli eccetera, per tutta una serie di impieghi. Ad esempio il legno veniva utilizzato per la costruzione di case e capanne, la corteccia per la copertura dei tetti, con la coreccia più giovane venivano fatti carta e rivestimenti per le piroghe.

La betulla in fitoterapia
Per la fitoterapia si utilizzano tutte le parti della betulla raccolte nel periodo balsamico, che è il periodo di maggior concentrazione di principio attivo della parte impiegata della pianta. Le foglie, ad esempio vengono racolte in giugno-luglio, mentre le altre parti in Primavera.
Proprietà e indicazioni della betulla
- diuretico
- depurativo
- antisettico
- atringente
- sudorifero

Come diuretico si utilizza la corteccia, può essere utilizzata in decotto o, più facilmente e comodamente, con moderni prodotti commerciali che generalmente impiegano un estratto concentrato, chiamato estratto secco, il quale ha la capacità di concentrare il principio attivo della parte impiegata pianta. Anche le foglie fungono da diuretico se impiegate come infuso.
L'infuso di foglie risulta depurativo, in questo caso l'infuso può essere sostituito da un prodotto in gocce, come ad esempio la tintura madre di betulla o una soluzione idroalcolica. Queste forme concentrano i principi attivi delle foglie .
Le foglie di betulla risultano ricche di principi attivi, questi sono flavonoidi, glucosidi salicilici , saponine (eterosidi), un olio essenziale e vitamine.
Nei moderni prodotti erboristici la betulla viene impiegata nei prodotti utili per alleviare i disturbi della sindrome premestruale, insufficenza venosa, nei problemi legati alle vie urinarie in asociazione con uva ursina, come prevenzione dei calcoli renali, negli edemi alle gambe.

Olio essenziale di betulla
Della betulla esiste anche un olio essenziale, questo si presenta come una massa oleiforme di colore scuro e di odore fortemente bruciato. Questa caratteristica è penetrante e difficile da eliminare una volta che si è radicata nell'ambiente se al chiuso.
Premesso questo, l'olio essenziale di betulla viene indicato diluito per applicazioni locali per eczemi e dermatiti. Può essere impiegato anche come frizione per il trattamento della cellulite e nello shampoo, qualche goccia da forza e vitalità ai capelli.
Purtroppo per quanto l'olio essenziale di betulla possa essere di aiuto per quanto descritto le caratteristiche legate al suo odore lo rendono di fatto inutilizzabile.

Controindicazioni e avvertenze.
Spesso la betulla viene indicata come totalmene sicura e priva di controindicazioni. Questo è vero se si tiene in considerazione il fatto che contiene salicilati (come l'aspirina). Le persone allergiche a queste sostanze devono assolutamente astenersi dall'assunzione.

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BIANCOSPINO

Denominazione botanica: Crataegus monogyna Jacq., C. laevigata (Poir.) DC. (sin. C. oxyacantha auct.)
Famiglia: Rosacee
Sinonimi: Spino bianco, bossolin, spinapulce, calaringhe
Nomi stranieri: ingl. - Hawthorn; fr. - Aubépine, Epineuse; ted. - Weissdorn, Hagedorn, Mehldorn; sp. - Espina bianca, Espina albar, Majuelo, Espinera, Majoleto
Parti usate: fiori, fiori e foglie

Il Biancospino é una pianta cespugliosa diffusa nelle zone mediterranee facilmente, riconoscibile per i fiori bianchi e le spine, da cui deriva anche il nome. Il proprio habitat é il sottobosco non troppo fitto, ma riesce a vivere anche ai margini dei boschi.

Ai fiori di biancospino vengono attribuite proprietà antispasmodiche , cardiotoniche,e ipotensive. Generalmente il biancospino viene prescritto come sedativo, regolatore delle pulsazioni cardiache. Circa la sua efficacia esiste ampia documentazione.

L'utilizzo del biancospino in erboristeria é dovuto perlopiù alle presunte proprietà sedative [1] del sistema centrale (SNC). Tali proprietà sarebbero da ricondursi all'azione delle proantocianidine [2].

Il biancospino viene indicato anche nei seguenti casi:
- insufficenza cardiaca [2]
- ipertensione arteriosa [2]
- riduzione della ossidazione di LDL [3] (colesterolo cattivo)

La riduzione della ossidazione di LDL é stata riferita da uno studio pubblicato sulla rivista Pharmazie, tale l'efficacia sarebbe da ricondursi all'alta percentuale di polifenoli, ovvero antiossidanti, contenuti nell'estratto [3].

biancospino estratto secco
Caratteristiche Organolettiche: polvere bruna, odore e sapore caratteristici
Solubilità: parzialmente solubile in acqua
Principi attivi: flavonoidi (iperoside)
Titolo FU o altro testo: min.1.5% di vitexina-2-ramnoside (HPLC)
Identificazione: TLC
Saggi: umidita'<=5%; ceneri solforiche<=10%
Categoria terapeutica: sedativo del cuore e del S.N.C., ipotensivo,antispasmodico
Preparazioni e dosi: 150-300 mg 2-3 volte/dì,in capsule

Biancospino tintura Madre
GRADO ALCOOLICO: 65gradi c.a
Caratteristiche Organolettiche: liquido limpido marrone, odore leggero caratteristico
Solubilità: miscibile con alcool a giusta gradazione
Titolo FU o altro testo: 10:1 (T.M./Droga disidratata)
Categoria terapeutica: sedativo del cuore e S.N.C., ipotensivo,antispasmodico
Preparazioni e dosi: 25-30 gtt 1-2 volte/dì,in poca acqua

Note e avvertenze:
L'impiego di biancospino viene ritenuto sicuro alle dosi normalmente consigliate. Non assumere in gravidanza. Non eccedere le dosi consigliate dal produttore.

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BORRAGINE

La borragine, borrago officinalis, e' una pianta molto comune, facilmente riconoscibile per i fiori violacei e le foglie pelose. E' facile trovarla in Primavera o inizio Estate sui bordi delle strade, sui cigli dei sentieri collinari ben soleggiati.
Dai semi della borragine si ottiene un olio delicato ma molto costoso e interessante dal punto di vista della cosmesi naturale.
Da tempo si e' scoperto che l' olio di borragine ha la proprieta' di combattere i cosiddetti radicali liberi, quindi di ritardare l' invecchiamento delle cellule. L' olio di borragine viene venduto come olio o in perle gelatinose ripiene di olio appunto.

Famiglia: borraginacee
Habitat: Centro italia e sud.

Il nome borragine, come la provenienza della pianta stessa è incerto. Deriverebbe dal latino "borra", ovvero, lana grezza, data la sua struttura pelosa che ricorda in qualche modo la lana da lavorare.

borragine estratto secco
Nessuna informazione al momento.

Olio di borragine
Car. Organolettiche:liquido limpido marrone chiaro,odore caratteristico
Solubilità:insol.in H2O,parz.sol.in alcool,misc.con oli,esteri di ac.grassi
Titolo FU o altro testo:min.24% in ac.gamma-linolenico(produtt.)
Categoria terapeutica: elemento nutrizionale,usato anche nel trattamento dell'eczema atopico
Tossicita': DL50 nel topo e nel ratto superiore a 2000 mg/kg

Indicazioni della La borragine, borrago officinalis:

All'olio ottenuto dai semi di borragine vengono attribuiti le seguenti azioni curative:

1) Azione protettiva cutanea: l’olio di borragine rappresenta un importante integrazione per mantenere una corretto equilibrio della cute: i suoi principi attivi partecipano infatti in numerosi processi fisiologici, prevenendo l’insorgenza di diverse patologie distrofico-infiammatorie. Migliorano la traspirazione cutanea e correggono la composizione delle secrezioni sebacee, per questo motivo si ottiene un rapido miglioramento delle condizioni cliniche nei soggetti affetti da dermatiti, in particolare nel caso di dermatite seborroica infantile (ottimizzazione della TEWL = Trans Epiderma/ WaterLoss). Favoriscono inoltre il mantenimento di una cute elastica: ottimi risultati sono stati ottenuti nella prevenzione delle rughe e della disidratazione cutanea.

2) Azione antiallergica: acido linoleico e ac. gamma-linolenico competono con l’acido arachidonico nella sintesi delle prostaglandine e favoriscono la produzione delle prostaglandine Serie I (le cosiddette prostaglandine "buone"), mostrando così un effetto positivo nelle reazioni da ipersensibilizzazione a determinati fattori.

3) Azione cardiovascolare: in particolare l’ac. gamma-linolenico impedisce l’aggregazione piastrinica lasciando liberi i vasi arteriosi, migliorando la circolazione e il funzionamento cardiaco, sempre grazie all’aumentata sintesi di prostaglandine Serie I, che fra l’altro abbassano anche la pressione arteriosa e inibiscono la sintesi endogena di colesterolo.

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BOSWELLIA

DESCRIZIONE BOTANICA
Denominazione botanica: Boswellia serrata Roxb.
Famiglia: Burseracee
Sinonimi: sanscrito - Shallaki; Indù - Salai, Salai guggal (gommoresina di Boswellia)
Tempo balsamico: novembre-giugno
Parti usate: gommoresina ottenuta per incisione della corteccia -

Indicazioni della boswellia

- problemi degenerativi alle articolazioni
- infiammazioni locali
- miglioramento delle capacità motorie

Descrizione
Il genere Boswellia della famiglia delle Burseracee è diviso in una quindicina di specie.
È originario del Golfo Persico nell’Oceano Indiano. Alcune specie di Boswellia sono utilizzate per produrre l'incenso impiegato in diverse funzioni religiose, tra cui quelle della chiesa cattolica che la utilizza miscelata ad altre piante, ma tra tutte le specie la più usata è Boswellia sacra.
Altre specie sono utilizzate nella medicina tradizionale e ayurvedica.
Boswellia sacra cresce nel Sud dell'Arabia (sultanato dell'Oman e nello Yemen), ed è la specie più conosciuta e più diffusa. Due specie importanti crescono in Somalia, la Boswellia carterii, che è chiamata localmente "moxor", e Boswellia frereana o "jagcaar", che è quella più preziosa e più costosa. Boswellia serrata invece è coltivata in India dove la sua resina, di qualità variabile è chiamata "salate guggul". La Boswellia è coltivata in numerosi paesi come l' Etiopia, l' Eritrea, il Sudan e il Kenia.
Quest'albero a foglie caduche di un'altezza dai due agli otto metri presenta solitamente uno o più tronchi. La corteccia ha una struttura che ricorda la carta e si sfoglia facilmente. Le foglie composte sono raccolte in ciuffi al termine dei rami. I piccoli fiori di un bianco giallastro si presentano in racemi, e cioè i fiori sono collegati tra loro ed attaccati su di un lungo asse.
Il frutto è una capsula di circa un centimetro di lunghezza. I giovani rami sono coperti di una specie di peluria. Quest'albero tollera le situazioni molto esposte, è spesso appeso sulle pendenze rocciose e nei burroni, fino ad un'altitudine di 1200 metri. Preferisce il suolo calcareo. Solo l'albero maschile produce una resina derivata da un'essudazione naturale o da un’incisione, che viene raccolta con un coltello a due lame. Una lama serve ad intaccare la corteccia e l'altra a raccogliere la resina che cola sul tronco. La migliore resina è raccolta in autunno, a seguito di incisioni praticate in estate e produce ciò che viene chiamato incenso bianco per opposizione all'incenso rosso, raccolto in primavera dopo incisioni nel corso dell'inverno. È da questa gomma oleoresinosa che si estrae con distillazione al vapore acqueo a pressione bassa l'olio essenziale di Boswella carterii, chiamata generalmente olio essenziale d'incenso o Oliban.

USO POPOLARE

Sebbene la boswellia sia nota per l'incenso che ne viene estratto, alcuni studi hanno dimostrato che un integratozione di Boswellia serrata ha proprietà benefiche per le articolazioni.
Queste azioni agirebbero attraverso diversi meccanismi, tutti dovuti agli acidi boswellici, principio attivo della pianta.

Gli acidi boswellici hanno manifestato capacità di bloccare la migrazione dei leucociti polimorfonucleati, attraverso l' inibizione della produzione o del rilascio di fattori chemotattici in grado di richiamarli verso il luogo dell'infiammazione.
I polimorfonucleati si rendono attivi localmente liberando elastasi, un enzima proteolitico che si è dimostrato responsabile della distruzione del collagene e dei tessuti che sono coinvolti nel processo infiammatorio.

L'attività stessa dell'elastasi e di altre idroglicolasi vengono inibite dagli acidi boswellici con una globale prevenzione nella degenerazione articolare.

Gli acidi boswellici si sono dimostrati anche capaci di inibire selettivamente la 5-lipossigenasi bloccando così la sintesi dei leucotrieni che sono mediatori chimici del processo flogistico in diverse situazioni infiammatorie. Non presentano gli effetti collaterali gastrolesivi tipici dei salicilati.

Incenso
L'incenso a base di Boswellia è utilizzato da migliaia di anni in diverse cerimonie religiose.
Gli Egiziani, i Romani, i Greci, gli Assiri e altri popoli se ne servirono come medicina, prodotto cosmetico oltre che a produrre l'incenso.
All’olio essenziale si riconoscono varie proprietà, in particolare l'incentivazione delle difese dell'organismo, l’effetto tonificante, energizzante, espettorante (ha un ruolo nella prevenzione delle ipersecrezioni, proprietà utile in caso di bronchite, di sinusite o di asma).
Titolata in acido boswellico, la pianta ha un effetto anti-infiammatorio che contribuisce ad attenuare i dolori muscolari ed articolari. L'olio essenziale di Boswellia carterii ha anche un'attività anti-elastasica molto interessante sulla pelle impedendo la rottura delle fibre elastiche e prevenendo i danni creati dai raggi UVB. I soggetti nervosi, ansiosi e tesi trovano sollievo respirando l’essenza di Boswellia perché permette loro di rilassarsi ed equilibrare le loro funzioni biologiche.
L'olio essenziale d'incenso avrebbe un effetto sulla ghiandola pineale o epifisi che controlla i ritmi biologici (tra l'altro permette il coordinamento dei ritmi tra il giorno e la notte).
Questa ghiandola situata nel cervello è anche chiamata “il terzo occhio atrofizzato”.
Questi effetti sono conosciuti fin dall'antichità. Dioscoride scriveva nel 1°sec. che la Boswellia rende pazzi. Nel Talmud (religione ebrea), la resina di Boswellia è citata come pozione che veniva messa nel vino e data ai prigionieri condannati a morte per stordire i sensi.
In Etiopia, dove la Boswellia cresce naturalmente, si utilizza come medicinale tranquillante, sedativo e ansiolitico. In passato serviva a trattare i reumatismi e a curare le ferite, questo emerge in particolare da scritti di Hippocrate e Dioscoride. Nel Medioevo c’era anche chi se ne serviva contro la tosse, il vomito, la dissenteria e per un certo numero di malattie della pelle.
Nella medicina tradizionale indiana, l'Ayurveda, Boswellia è utilizzata da secoli contro la tosse, i dolori articolari, la diarrea e la “pazzia”. Nella medicina moderna, Boswellia è utilizzata per trattare l'asma, i reumatismi ed alcuni disordini intestinali.

EVIDENZE SCIENTIFICHE
La composizione degli oli essenziali differisce in gran parte in funzione del clima, della posizione geografica e dalla modalità di raccolta della resina. L' olio d'incenso era già conosciuto nel secolo XVI° nelle farmacie sotto il nome di "oleum thuris". Nel 1788, Johann Ernst Baer ne fa il primo studio chimico. I costituenti chimici vengono studiati nel 1840 da J. Stenhouse. Ma è a partire dagli anni 1930 che vengono intrapresi studi più dettagliati. Più tardi, negli anni 60-70, altri studi chimici più specifici vengono a completare le conoscenze sui componenti di questa pianta e si suoi oli.
L' olio di Boswellia sacra contiene una forte proporzione di monoterpeni (95%) cui E-ß-ocimene ed limonene sono le costituenti principali. Il resto è composto da sesquiterpeni.
Altri studi mostrano che l' a-pinène è la costituente principale, ci sono probabilmente forti variazioni dovute ai fattori esterni già citati.
La Boswellia carterii è la specie il cui olio è stato più studiato. La sua resina è chiamata " Eritrea", e l' olio è costituito al 60% d' acetato d' octyle. Si riporta anche la presenza di numerosi diterpeni.
L'incensole acetato presente nel Boswellia carterii ha dimostrato possedere un forte potenziale ansiolitico e antidepressivo, oltre alla sua attività anti-infiammatoria. Si tratta di un potente attivatore del recettore TRPV3 del Sistema Nervoso Centrale.
Anche l’olio essenziale di Boswellia serrata è stato a lungo studiato. Viene chiamato anche "Aden". Il componente principale è l' a-pinène che rappresenta circa il 45% dell' olio. I Menon e Kar dell’Indian Institute of Science riportano che l' estratto di resina di Boswellia serrata ha un'attività analgesica e calmante sui ratti, benché i componenti responsabili di questo effetto non abbiano potuto essere isolati.
Il Sallaki è una preparazione fitofarmaceutica indiana (Ayurveda) fatta con acidi boswellici estratti del Boswellia serrata per trattare i problemi infiammatori. La Boswellia frereana ha una composizione tipicamente monoterpenoide il cui il p-Cymene è il componente più abbondante dell' olio.

CONSIGLI DI PRUDENZA
È molto probabile che i fumi inalati durante le cerimonie religiose, in particolare da parte del capo della cerimonia, siano sufficienti a produrre effetti psicoattivi e partecipare all' esaltazione spirituale di questi momenti. Per questo motivo si consiglia un uso sotto controllo medico; inoltre esiste uno studio che dimostra che la combustione dell'incenso libera HAP (idrocarburi aromatici policiclici) che sono cancerogeni.


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Edited by celeste.10 - 9/1/2011, 22:33
 
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