Le Gondole

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view post Posted on 26/1/2011, 18:41
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Celeste

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LE GONDOLE





Le gondole sono delle tipiche imbarcazioni veneziane uniche al mondo, realizzate a mano da abili artigiani che si tramandano l'arte realizzazione delle gondole di generazione in generazione.
La gondola è lunga 11 metri e pesa 600 kg ed è possibile manovrarla con leggerezza da un'unica persona con un unico remo.



La gondola ha delle particolarità costruttive uniche nel suo genere: è un'imbarcazione asimmetrica in quanto il lato sinistro è più largo di quello destro di circa 25 centimetri, questo la porta a navigare sempre su un fianco.



Il suo fondo è piatto e le permette di arrivare in luoghi dove i fondali sono molto bassi. Per realizzare una gondola sono necessari otto tipi diversi di legname ed è composta da quasi 300 parti: vi sono poi i due elementi in ferro che sono il risso di poppa ed il ferro di prua.



I legni vengono lavorati per la maggior parte a mano utilizzando gli attrezzi tradizionali e la curvatura del legno si ottine bagnando le tavole e facendole scaldare sul fuoco.
Inoltre la poppa dell'imbarcazione viene concepita in fase di progetto, basandosi sul peso del gondoliere proprietario.
Molto famoso è il ferro che si trova a prua delle gondole: apporta stabilità alla gondola perché bilancia il peso del gondoliere.



I caratteristici pettini anteriori del ferro rappresentano tradizionalmente i sei sestrieri in cui è suddivisa Venezia mentre quello posteriore dovrebbe rappresentare l'isola della Giudecca.
La doppia curva ad S simboleggia la forma del Canal Grande e la lunetta (che si trova sotto il corno ducale stilizzato) simboleggia il ponte di Rialto.



A metà lunghezza delle gondole, vi sono delle decorazioni (chiamate cavai) che rappresentano delle figura allegoriche come ad esempio sirene e cavalli marini.

Felze
Vi sono poi delle gondole coperte cioè le gondole col Felze, una particolarissima copertura che fa somigliare l'imbarcazione veneziana ad una elegante carrozza acquatica.
Si noti che il colore dominante delle gondole è il nero e quindi la luce penetrava solo dalle piccole finestre del Felze: si creava quindi un ambiente appartato e riparato dalle intemperie e soprattutto dall'indiscrezione degli altri.


LO SQUERO



Nel lessico veneziano squèro è il cantiere per le piccole imbarcazioni di legno. E gli squerarioli sono i carpentieri specializzati nella costruzione di imbarcazioni in legno, e quindi anche di gondole.

La tradizione degli squeri è antica quanto Venezia.
Il loro nome deriva da uno strumento di lavoro, la squadra, detta in dialetto veneziano "squara".
Inizialmente lo squero era il luogo in cui venivano costruite e riparate ogni sorta di imbarcazioni, dalle galere alle gondole, dalle grandi navi ai sandaletti.
L'attività degli squeri, pur rimanendo importante, venne limitata dalla costruzione dell'Arsenale dove si concentrò gran parte dell'attività cantieristica veneziana.
Nel corso degli anni molti squeri sono scomparsi e altri sono stati trasformati a causa della notevole diminuzione dell'uso delle barche a remi.



L'attività degli squeri ancora presenti nella città è legata principalmente alla gondola e in parte alle altre imbarcazioni a remi e a vela tipiche della laguna di Venezia.
Ancora oggi le gondole sono interamente costruite negli squeri da pochi artigiani che si tramandano l'arte da padre in figlio o da maestro ad apprendista.



Lo squerarolo lavora a braccia apportando di volta in volta piccole modifiche, non essendovi progetti o disegni se non in casi particolari. L'esperienza, la maestria e l'arte necessarie per la costruzione di una gondola si acquisiscono attraverso molti anni di attività.
Si diventa Maestro d'Ascia dopo almeno 36 mesi di lavoro e dopo aver sostenuto un esame.
La costruzione di una gondola può richiedere parecchi mesi e comporta circa 500 ore lavorative. Considerando che una gondola dura mediamente 20 anni, si può stimare che a Venezia servono circa 20 gondole l'anno.



Lo squero è caratterizzato da un piazzale inclinato verso il canale o il rio per l'accesso delle barche, con alle spalle una costruzione in legno, detta tesa, ed è recintato
Su due lati. La tesa assicura un luogo di lavoro protetto dalle intemperie e serve anche da camerella (deposito degli attrezzi di lavoro). Spesso la zona contigua o anche la parte superiore dello squero è adibita ad abitazione del capo mastro squerarolo o del proprietario.



Lo squero della Cooperativa Daniele Manin a San Trovaso è il più famoso, quantomeno come struttura. Nella forma, isolata dal contesto dei canali, ricorda un quadretto alpino, sottolineando come le più antiche e rinomate famiglie di squeraroli siano di origini montane (Cadore e Val Zoldana).



IL BUCINTORO



È possibile che il nome Bucintoro derivi da quello di una ampia e semplice imbarcazione lagunare da trasporto, il Burcio che, sontuosamente trasformato in nave di rappresentanza con sculture, dorature e intagli, divenne burcio in oro e da qui Bucintoro.
Non è però escluso che questo nome, nella sua forma arcaica Bucentaurus abbia anche risonanze mitologiche, astrologiche e magiche: Boukentauros (grosso centauro) era infatti secondo Virgilio il nome di uno dei vascelli di Enea e pare che sulla poppa dei primi Bucintoro veneziani figurasse appunto una statua di centauro.

La necessità di una imbarcazione sontuosa come il Bucintoro, per il trasporto del Doge, si può far risalire al Beneficio del 1117 con cui Papa Alessandro III trasforma in Sposalizio di Venezia col Mare un rito propiziatorio marino, celebrato dal Vescovo di Castello (Olivolo) sin dall´anno 1000 nel giorno dell´Ascensione.

Da allora il Bucintoro fu ricostruito mediamente una volta ogni cent´anni, variandone la grandezza, il numero di rematori e lo sfarzo decorativo secondo il Doge in carica.
Era dunque un´imbarcazione di rappresentanza, sulla quale il Doge celebrava feste religiose e riceveva Capi di Stato e Imperatori stranieri.

Vera e propria reggia galleggiante, il Bucintoro contava due ponti, quello inferiore adibito ai rematori e quello superiore, riservato al Doge col suo seguito e agli insigni Ospiti col loro, che offriva un salone lungo i tre quarti dell´intera imbarcazione più un´ampia stanza a uso esclusivo del Doge.

Sul Bucintoro costruito nel 1728 la propulsione era assicurata da 168 Arsenaloti (Maestranze dell´Arsenale) che a banchi di quattro manovravano 42 remi da 11 metri. Questo modello era una nave lunga circa 50 metri fuori tutto, con larghezza fuori tutto di circa 10 metri e pescaggio di un metro e mezzo.
A prora una scultura lignea dorata figurava Venezia in veste di Giustizia, con spada e bilancia. Diversamente dalle polene, questa era posta sopra la base del bompresso, mentre sulla cima di quest´ultimo stava il Leone alato di San Marco. A poppa una piccola terrazza a pulpito dove il Doge si affacciava per la festa solenne dello Sposalizio con il Mare.

Il Bucintoro del 1728, varato il 12 gennaio, fu il più imponente e il più tragico: l´avidità delle truppe napoleoniche, dopo aver fatto bottino di tutte le sue decorazioni, lo bruciò per ricavare l´oro e l´argento delle dorature sullo scafo.

Ai nostri giorni non è infrequente sentire e leggere il nome Bucintoro attribuito erroneamente a una imbarcazione del Corteo Storico: la Bissona Serenissima.
Si parla d´altro canto da tempo in città di una ricostruzione fedele dello sfarzosissimo modello del 1728.



Edited by celeste.10 - 16/12/2018, 20:33
 
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