Vita quotidiana nel Medioevo

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view post Posted on 25/2/2011, 17:25
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Celeste

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ABITAZIONI

Case dei ricchi




Per capire meglio una civiltà , è importante analizzare come la gente vive nel quotidiano. Delle case dei ricchi abbiamo infinite testimonianze , attraverso la pittura , la scultura , le descrizioni letterarie , o i resti stessi degli arredi che le componevano , pervenuti fino a noi .

Casa di un povero



Aveva un letto di assi, poca biancheria, stoviglie, un tavolo, delle sedie e un tabernacolo.
Nella camera c’erano:
tre panche da letto di cinque braccia ( una braccia corrispondeva a mezzo metro), un saccone pieno di paglia, un materasso, un copriletto, tre lenzuola e due cuscini. Poi una seggiola impagliata; tre sgabelli, un tabernacolo con dentro un crocifisso; uno scrigno rotto; una tavola con cavalletti; due botticelle; una bacinella di rame, una padella; un pentolino di rame; un paiolo vecchio; un 'orcio per olio; due asciugamani piccoli, molto logori; un asciugamano grande molto vecchio; otto piatti di legno, e alcune scodelle; un imbuto; un tino piccolo.

Casa del ceto medio


In una casa del ceto medio si trovano dei vecchi oggetti.
Ma nel medioevo erano dei segni distintivi di un modesto benessere.
Nella cantina piena di botti c'erano quattro barili di aceto, tre tini, un torchio da uva, un bigoncio.
C’erano anche una piccola caldaia, cinque botti di vino rosso e due di vino bianco.
Nella camera c’erano:
un letto con un baldacchino, quattro sacchi di grano, un banco, un materasso, un cuscino, una federa, un paio di lenzuola, un piumino.
Due orci per olio, cinque tovaglie, sette asciugamani, una spianatoia per fare il pane, due camiciotti, un cappuccio, e due calze.
Nell’altra camera c'erano:
un letto, un paio di lenzuola, un materasso, una coperta, e un piumino.
Tre vestiti, uno scrigno, un bigoncio,e una piccola botte di aceto.
Nella cucina ci stavano:
un pentolino, una pentola e un pentolone, due molle da fuoco, un attizzatoio, due lucerne, un mestolo di ferro, una grattugia e due padelle.
C'erano anche una tovaglia, una tavola ,due panche, un paniere, scodelle, piatti e taglieri .



Che cosa si mangiava nel Medioevo


Durante il Medioevo le carni, le verdure e la frutta di qualità migliore erano destinate, in gran parte, alla tavola del ricco.
Durante l'inverno si macellavano un gran numero di bestie e si salavano.Pochi potevano permettersi la carne consumata sotto sale; per lo più era carne di maiale, di agnello o di pollo.
I ricchi potevano contare anche sulle riserve di caccia.
La carne accessibile ai contadini era solo quella del maiale che nutrivano con gli avanzi dei signori.
I poveri mangiavano prevalentemente cereali, talvolta grano, più spesso segale e orzo che consumavano sotto forma di pane, zuppe o minestre, di farinata che era una specie di polenta.
C'erano poi ortaggi e legumi: lattughe ,rape, cipolle, zucche, cavoli. Ma non si conoscevano né patate, né pomodori che verranno importati dalle Americhe solo dopo il 1492.
Quando il clima era minaccioso si rischiava di far andare a male frutta e verdura.
Si mangiavano uova e nel 300 era in aumento il consumo di formaggi e latticini.
Il burro veniva normalmente usato quando era irrancidito.
Di rado si consumava carne bovina, perché i buoi erano preziosi, erano bestie da lavoro.

Come si stava a tavola




Nelle case dei ricchi, le tavole erano spesso smontabili : alcune assi erano appoggiate su dei cavalletti.
Anche nei pranzi più sontuosi le stoviglie erano ridotte al minino: un piatto, un bicchiere, un cucchiaio.
Un coltello, doveva bastare per diversi commensali: era appoggiato al piatto di portata e serviva solo per tagliare via la propria porzione di carne.
Le forchette non esistevano :si mangiava con le mani.


COME SI VESTIVANO



I POVERI

Le donne avevano lunghi e semplici vestiti,un grembiule bianco ,il capo coperto da una cuffietta che serviva anche per proteggere la testa da eventuali cesti o contenitori d'acqua che le donne povere dovevano caricare per portare cibo o acqua di cui le abitazioni erano sprovviste.
Gli uomini avevano semplici cappelli,tuniche corte,strette in vita da una cintura,calzamaglie colorate ,semplici calzature aderenti e " a punta ".



I RICCHI

Gli uomini indossavano larghi cappelli ,tuniche bordate di pelliccia ,ampie, lunghe fino al polpaccio, calzamaglie e scarponcini aderenti.
Le donne avevano i capelli acconciati e legati ,ricoperti da un ampio fazzoletto bianco che scendeva sulle spalle .
I vestiti erano ampi,lunghi,con lo strascico ,di seta bordati di pelliccia o di merletti.


CULTURA



Il 1300 e il 1400 furono periodi di grandi trasformazioni nelle abitudini di vita e nella cultura.

Nel Medioevo il sapere era saldamente nelle mani della Chiesa, infatti gli intellettuali erano quasi tutti religiosi e la cultura era incentrata sulla religione e sulla teologia.
I problemi fondamentali riguardavano la fede e la salvezza dell’anima ;
la conoscenza della natura e dell’universo era invece un tema molto secondario.

Nel Medioevo il procedimento didattico era la lettura (dal latino) di un testo e il relativo commento, parola per parola: un maestro eseguiva la lettura e guidava il commento, mentre gli allievi prendevano appunti.

Più variato e più pratico era l’apprendistato dei giovani nelle professioni artigianali.Queste attività si svolgevano nelle botteghe artigiane, dove l’apprendista conquistava l’autonomia di maestro indipendente e apriva a sua volta una bottega.

Come combattevano gli eserciti dei Comuni




Gli eserciti dei Comuni: erano formati da cittadini che in caso di bisogno prendevano le armi.

Nelle battaglie si schieravano in quadrato attorno al carro che recava le insegne con i colori del Comune , con un altare e il celebrante.

In questo modo riuscirono spesso a resistere agli attacchi dei nemici.

Si costituiscono gli eserciti dei mercenari

Nel trecento comparvero i nuovi eserciti:quelli dei mercenari.Erano formati da veri professionisti della guerra che combattevano solo per denaro e si mettevano al servizio del miglior offerente. La paga o merces era direttamente proporzionale all’abilità guerresche di questi. Quindi gli eserciti diventarono sempre più potenti.

(Testo consultato: Manuale Nuova Storia 2
Ed. Mondadori)


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La denutrizione favorisce il diffondersi di epidemie


Anche chi non moriva di fame era comunque denutrito; il suo organismo si indeboliva ed era quindi più soggetto alle malattie che facilmente lo potevano condurre alla morte.

Questo può spiegare l’eccezionale gravità dell’epidemia di peste che colpì Arcevia e tutta l’Europa nel 1348- 50.

A seconda dei luoghi dal 30 al 50% della popolazione europea scomparve.
Città e villaggi si spopolarono, le case si svuotarono; fu una catastrofe.

Poche regioni vennero risparmiate dal flagello ( o colpite meno duramente) tra queste l’Olanda, dove non a caso la pesca e l’allevamento del bestiame, erano fiorenti e perciò gli abitanti avevano un’alimentazione più abbondante.

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Carestie ed epidemie fanno diminuire la popolazione



Il bacillo della peste ( che viene trasmesso dalle pulci e dai topi) si impiantò così in Europa e ci rimase per 3 secoli.

La malnutrizione e le pessime condizioni igieniche favorirono la frequente esplosione di epidemie.

In Italia, ad esempio, oltre che nel 1348- 50 ci furono grandi epidemie di peste nel 1360- 63, nel 1371-74, nel 1381-84, nel 1388-90 e nel 1398- 1440.

Quindi nell’arco di quarantun anni, dal 1360 al 1400, gli anni di epidemie furono ben diciotto.

La popolazione europea che nel 1300 era di circa 73 milioni, nel 1400 era calata a 45 milioni e il livello del 1300 venne nuovamente raggiunto solo verso il 1550.

fonte

Edited by celeste.10 - 16/12/2018, 21:00
 
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