Meditazione

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view post Posted on 10/4/2011, 17:14
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Celeste

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Voglio introdurre anche questa cartella perchè al giorno d'oggi c'è tanto bisogno di rilassarsi...i ritmi della vita odierna sono molto frenetici ed il nostro corpo e la nostra mente sono sempre sotto stress e questo non va bene....lo stress è all'origine di tanti disturbi e malattie varie, quindi ben vengano quelle tecniche che possono aiutarci a sconfiggerlo o perlomeno alleviarlo....

adesso leggiamo quello che dice un grande maestro dei nostri tempi riguardo alla meditazione


"La meditazione è solo una tecnica per raggiungere lo stato dell'estasi, lo stato di ebbrezza divina. E' una tecnica semplice, ma la mente la rende molto complicata. La mente deve renderla molto complicata e difficile, in quanto le due realtà non possono coesistere. La meditazione è la morte della mente; naturalmente, la mente si oppone ad ogni sforzo teso verso la meditazione. L'osservazione è la chiave della meditazione. Osserva la tua mente. Non fare nulla. Limitati a osservare qualsiasi cosa faccia la mente. Non disturbarla, non prevenirla, non reprimerla; non fare assolutamente niente in prima persona. Limitati a essere un osservatore. E il miracolo dell'osservare, è meditazione.

Allorché ti limiti a osservare, pian piano la mente si svuota di pensieri. Ma non ti addormenti, al contrario divieni più sveglio, più consapevole. E con lo svuotarsi della mente, la tua energia diviene una fiamma di risveglio. Allorché la mente è assolutamente assente - se n'è andata del tutto, e non la riesci più a trovare da nessuna parte - per la prima volta, diventi consapevole di te stesso, perché la stessa energia che era assorbita dalla mente, non trovandola più, si ribalta su se stessa.

Grazie all'osservazione, la mente e i pensieri scompaiono. E il momento più estatico, si ha quando ti ritrovi pienamente all'erta, senza che esista in te un singolo pensiero... ma solo il cielo silente del tuo essere interiore.

Questo è il momento in cui l'energia si volge all'interno: questa inversione è improvvisa, è repentina! E quando l'energia si volge all'interno, porta con sé una gioia infinita. Quando la meditazione ritorna alla propria sorgente, esplode in una gioia immensa. Questa gioia, nel suo stadio supremo, è illuminazione. (OSHO)




Di tecniche di meditazione ne esistono tantissime, ognuno di noi può scegliere quella che più gli si addice, l'importante però secondo me è l'attenzione..... se si presta attenzione si è consapevoli e la consapevolezza è la cosa più importante nella nostra vita.
c'è una frase di De Mello molto veritiera che dice che "La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo impegnati a fare altri progetti." sacrosanta verità, fateci caso noi non siamo mai presenti a quello che facciamo, la nostra mente è sempre altrove...facciamo una cosa e ne pensiamo già ad un'altra...e questo non va bene, tutto ci sfugge senza che riusciamo ad assaporare niente.
Il mio consiglio è di rendersi conto di essere inconsapevoli....questo è il primo passo per raggiungere la consapevolezza...più volte al giorno fermatevi un attimo e dite a voi stessi: sono consapevole di essere inconsapevole e mettete tutta la vostra attenzione in quello che state facendo. Questo lo potete fare mentre lavate i piatti, mentre preparate una tazza di buon tè, mentre mangiate....e vedrete che piano, piano la vostra vita cambierà...non vivrete più in automatico: osservatevi, osservatevi mentre parlate, mentre camminate, mentre fate qualsiasi cosa....non è così facile da farsi perchè la mente non ci sta, la mente è come una scimmia irrequieta che le piace saltellare da un posto all'altro, ma può benissimo essere addomesticata e voi dovete farlo, addomesticate la vostra mente e lei sarà al vostro servizio, al contrario di adesso che siete voi al servizio della vostra mente....

attenzione e consapevolezza questo è il segreto per cambiare rotta, per vivere meglio e più serenamente....provate!!...e mi raccomando non scoraggiatevi se non ci riuscirete subito, col tempo e la pazienza tutto è possibile.....volere è potere.
......buon lavoro amici!!




Siedi (postura)
Se non sei impedito da problemi fisici tipo mal di schiena o qualsiasi altro vero motivo è mille volte preferibile, per ragioni che non sto qui ad elencarti, meditare in posizione seduta. Cuscino, sgabello, come preferisci, ma solo e sempre con la spina dorsale dritta, forse un po' arcuata all'indietro, comunque in posizione anatomicamente corretta.

La posizione seduta, come dicevo prima, è importante, ma non soffermarti più di tanto sulle sensazioni. Osservale e procedi oltre senza tensioni o sforzi eccessivi, con naturalezza. Tra le tante spiegazioni pensa che equilibrando la postura sarai più efficiente e misurato anche nella vita quotidiana. Tanto per avere uno schema di riferimento considera che serve sempre più pazienza. Anche se ora non comprendi appieno, cerca di essere gentile, rispettoso e riguardoso con te stesso come con tutte le creature viventi.


Osserva (la mente)
La visione meditativa profonda è inevitabilmente correlata all'osservazione della realtà, sia quella più intima e recondita che l'oggettività estrinseca. Non c'è spazio per la fantasia, noi funzioniamo in un modo ben preciso. La consapevolezza è una ed è la stessa che osserva i pensieri. Quando i pensieri non sono abbastanza evidenti la mente sembra quiescente, inattiva. Che cercare, cosa scoprire? Quella pura sensazione di essere. Ciò che ti permette, appunto, di osservare il prodotto del tuo stesso intelletto, ma senza la necessità di seguirne i volteggi, i mutamenti improvvisi, i bizantini meandri, come le contraddittorie tortuosità emotive.

Allorché le onde pensiero si manifestano lasciale fluire, vedrai che pian piano si calmano e troverai dei momenti di silenzio. Il tuo sé cogitabondo deflette, rinuncia, si allontana. Oppure rivela la sua natura più esclusiva e profonda, il vuoto, che costituisce la somma di tutta la tua vitalità. Ovviamente l'energia non è unicamente pensiero, non concentrarti solo sull'essenza, mantieni i sensi ben aperti. Presto riuscirai a muoverti con maggior sicurezza. Rumori, sapori, suoni, giudizi, convincimenti, teorie, conclusioni, concetti, ricordi, opinioni, dottrine, progetti, inquietudini, angosce ... tutto scorre .... ma quel pacifico centro rimane sempre immobile.


Ascolta (il suono di un gong)
Ascolta il suono di un gong. Prestagli viva attenzione. Dapprima percepisci l'effetto acustico come un fenomeno esterno dal quale ti senti ovviamente separato. La meditazione inizia quando "diventi" la vibrazione che produce la nota. Oppure quando ne rilevi l'assenza. Ascolta sin dal principio con una buona dose di perseverante attenzione finché la nota si attutisce gradualmente per divenire sempre più fievole. Ma tu continui a seguirla sino alla sua estinzione, ovvero fin quando l'orecchio non riesce più a percepirla. Quando la nota diventa fievole c'è bisogno di un'attenzione e di una presenza di spirito sempre più pervicace. Il silenzio finale non sarà più vera assenza o distacco, bensì prossimità spirituale, vicinanza a se stessi.


Visualizza (la luce)
La meditazione che consiste nell'immaginare la luce è un'antica tecnica indiana. Tu puoi immaginare un tavolo, una sedia, che sono concreti, ma la luce è di fatto impossibile in quanto noi la vediamo sempre di riflesso. Cioè vediamo gli oggetti che tange o da cui emana. Nel vuoto è impossibile vedere la luce, infatti lo spazio cosmico è nero. Quindi immaginare la luce si chiama immaginazione negativa in quanto ti conduce piano piano a smettere d'immaginare. Invece, se poi la vedi davvero, allora si tratta di una luce interiore, veramente positiva e che ti aiuta a rilassarti, a star meglio con te stessa come con gli altri, a provar compassione, ecc. Bello, vero?


Cammina (meditazione camminata)
Vi sarebbe un'altra alternativa che personalmente trovo utilissima. E' la cosiddetta meditazione camminata. Si tratta di una passeggiata all'aperto, consapevoli sia di se stessi che del contesto, ma comunque distensiva. Se si pratica tutti i giorni per un'oretta almeno, tempo meteorologico o eventuale smog permettendo, dopo qualche mese ci sentiremo più "integratati". Riscontreremo più ordine e percepiremo soddisfazione anche dalle piccole cose. E' importante che la camminata non sia finalizzata per recarsi in un luogo. Dovrebbe essere una semplicissima passeggiata consapevole fine a se stessa. Quindi a noi la scelta se rimanere immobili, camminare, fare ambedue le cose o non praticare nulla e preferire la spontaneità.

La meditazione seduta

Esistono diversi tipi di meditazione ed ognuna ha effetti diversi sulla mente; tra queste, la meditazione seduta (zazen in giapponese) è il metodo principale praticato nello Zen. Lasciando andare il pressante dialogo interiore e coltivando il samadhi (dal sanscrito: perfetta immobilità della mente) la mente diventa chiara; è come guardare il fondale di un laghetto: se la superficie è mossa è difficle capire la realtà del fondo, ma quando l'acqua è calma tutto ci appare chiaramente così com'è. Per spiegare questa mente i maestri di meditazione utilizzano diversi nomi: chiara-mente, mente di principiante, mente-non-so, non-mente... ma cosa significano questi nomi?. Ritornare a questa mente è comprendere la realtà dei dharma (fenomeni) e realizzare l'illuminazione.

Il Trattato sulla meditazione seduta del Maestro Zongze Cijiao è un antico ed ancora valido scritto sulle istruzioni per la pratica.

Oltre che nelle posizioni del loto o del mezzo loto è possibile sedere anche: nella posizione birmana; inginocchiati tenendo il cuscino per la meditazione tra le gambe;
composti su di una sedia o in piedi con le mani in hapjang (giunte davanti al petto, simbolo dell'unione di saggezza e compassione). Talvolta una postura più rilassata, che permette di mantenere meglio la concentrazione, va meglio di una troppo marziale. L'accavallamento delle caviglie sulle cosce può essere alternato nelle diverse sessioni insieme a quello delle mani.

Nessun pensiero merita un rimprovero o una medaglia. Durante la meditazione, quando insorge un pensiero, semplicemente ne siamo coscienti e non vi ci attacchiamo. E' importante non cercare di controllarsi. L'avere troppi pensieri non implica che non si stia praticando bene: in questi casi si può contare mentalmente il respiro (le inalazioni o le esalazioni) fino ad 8 e ripartire da 1 per qualche minuto o per l'intera sessione fino a che la mente non si sia calmata. Alcuni maestri Zen parlano dei pensieri come delle nuvole nel cielo della mente chiara.

Sedere oltre la propria capacità, al punto da essere troppo disturbati dal dolore, può essere controproducente, meglio cambiare posizione o fare una meditazione camminata di qualche minuto.
In particolare, all'inizio, è necessario un po' di sforzo per abituarsi alla posizione. Di solito rispettare un tempo minimo di 20/30min di meditazione seduta può andare bene.



Edited by celeste.10 - 13/12/2018, 12:13
 
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view post Posted on 10/4/2011, 18:34
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Celeste

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Osservare la mente (Osho)


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Si tramanda una storia bellissima, che amo molto...
Un giorno il Buddha stava attraversando una foresta. Era un afoso giorno d'estate e aveva molta sete; disse ad Ananda, il suo discepolo più vicino: «Ananda, torna indietro. Cinque o sei chilometri fa, abbiamo attraversato un ruscello. Porta un po' d'acqua, prendi la mia ciotola. Sono molto stanco e assetato». Era invecchiato...
Ananda tornò indietro, ma quando raggiunse il ruscello erano passati alcuni carri che avevano reso fangosa l'acqua. Le foglie morte che giacevano sul fondo erano sulla superficie; non era più possibile berla, perché si era intorbidita. Egli tornò a mani vuote e disse: «Dovrai aspettare un po'; andrò più avanti. Ho sentito dire che due, tre chilometri più avanti c'è un grande fiume. Porterò l'acqua da là».
Ma il Buddha insisté: «Torna indietro e prendi l'acqua da quel ruscello».
Ananda non riusciva a capire la sua insistenza, ma se il Maestro diceva così, il discepolo doveva eseguire l'ordine.
Sebbene vedesse l'assurdità della cosa - camminare ancora per cinque chilometri, nonostante l'acqua non si potesse bere - si mise in cammino.
Mentre partiva, il Buddha gli disse: «Non tornare se l'acqua è ancora torbida. In quel caso, siediti sulla riva in silenzio. Non fare nulla, non entrare nel fiume. Siediti sulla riva in silenzio e osserva. Prima o poi l'acqua tornerà limpida, riempirai la ciotola e tornerai indietro».
Ananda andò e il Buddha aveva ragione: l'acqua era quasi pulita, le foglie se n'erano andate, il fango si era depositato; ma poiché non era ancora totalmente limpida, egli si sedette sulla riva a guardare il fiume scorrere.
A poco a poco divenne chiaro come un cristallo.
Allora tornò indietro danzando: aveva capito l'insistenza del Buddha. In ciò che era successo c'era un messaggio per lui, e l'aveva compreso.
Diede l'acqua al Buddha e, ringraziandolo, gli toccò i piedi.
Il Buddha disse: «Che cosa stai facendo? Sono io che dovrei ringraziarti, poiché mi hai portato l'acqua».
Ananda rispose: «Adesso posso capire. Prima ero arrabbiato; non l'ho fatto vedere, ma lo ero perché pensavo fosse assurdo tornare indietro.
Tuttavia, ora comprendo il messaggio: era davvero ciò di cui avevo bisogno in questo momento.
Seduto sulla riva del fiume, ho capito che la stessa cosa accade con la mente. Se salto nel ruscello, lo sporcherò di nuovo.
Se salto nella mente, si crea più rumore, cominciano a sorgere nuovi problemi. Seduto in disparte, ho imparato la tecnica.
«Adesso anche con la mente mi siederò in disparte, osservandola in tutti i suoi problemi, la sporcizia, le foglie morte, le ferite, i traumi, i ricordi, i desideri. Imperturbato, starò seduto sulla riva, aspettando il momento in cui tutto sarà limpido.»
Accade da sé, perché quando siedi sulla riva della mente, non le dai più energia.
Questa è la meditazione autentica.
La meditazione è l'arte della trascendenza.


Tratto da: The Dhammapada: The Way of the Buddha, vol. 10, cap. 4.
 
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view post Posted on 10/4/2011, 19:45
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Celeste

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Vipassana significa "vedere le cose come realmente sono". É una tecnica di meditazione buddhista nata in India più di 2500 anni fa. Fu creata da Buddha per guarire le sofferenze umane.


É una via di trasformazione basata sulla osservazione della propria respirazione. Senza intervenire sul ritmo respiratorio, lasciandolo naturale così com'è, divenire consci dell'attività respiratoria. Far sì che la coscienza segua ogni singola inspirazione ed espirazione, ogni singola pausa. Si tratta di fare della propria respirazione un oggetto di consapevolezza. Respirando consciamente, l’attività mentale rallenta. Buddha ha detto: "Seguite consciamente la vostra attività respiratoria e creerete in voi un centro di consapevolezza".

La tecnica di Vipassana viene insegnata in corsi residenziali della durata di dieci giorni, durante i quali i partecipanti apprendono le basi del metodo e fanno esperienza della meditazione tanto da apprezzarne i risultati benefici.

» Per saperne di più, visitare il sito www.dhamma.org

Ecco qui di seguito come la Vipassana viene magnificamente presentata dal maestro spirituale illuminato Osho.


Vipassana

Siedi in silenzio e comincia a osservare il tuo respiro. Il punto di osservazione più semplice è all'entrata del naso. Quando il respiro entra, avvertine il contatto all'inizio del condotto nasale: osservalo da quel punto. Il contatto sarà più facile da osservare, il respiro sarebbe troppo sottile: all'inizio limitati ad osservarne il contatto. Il respiro entra e tu lo senti entrare: osservalo. E poi accompagnalo, seguilo. Scoprirai che a un certo punto si arresta. Si ferma da qualche parte vicino all'ombelico; per un attimo, per un pal, si arresta. Quindi, risale verso l'esterno: seguilo, di nuovo percepisci il contatto del respiro che fuoriesce dal naso. Seguilo, accompagnalo verso l'esterno: di nuovo arriverai a un punto in cui per un attimo brevissimo il respiro si arresta. E il ciclo riprende un'altra volta.

Inspirazione, pausa, espirazione, pausa, inspirazione, pausa. Dentro di te quella pausa è il fenomeno più misterioso. Quando il respiro è entrato in te e si è fermato, non c'è nessun movimento: quello è l'attimo in cui si può incontrare Dio. Oppure quando il respiro esce e poi si arresta, e non esiste alcun movimento.

Ricorda, non lo devi arrestare tu: si ferma da solo. Se lo interrompi volontariamente, quell'istante ti sfuggirà, perché colui che agisce interferirà e scomparirà il testimone. Tu non devi interferire. Non devi alterare il ritmo della respirazione, non devi né inalare né esalare. Non è come il Pranayama dello yoga, dove tu intervieni per controllare il respiro. Non è la stessa cosa. Non alteri affatto il respiro, lasci spazio al suo fluire naturale, alla sua naturalezza. Lo segui quando esce e lo segui quando entra.

E presto ti accorgerai dell'esistenza di due pause. In queste due pause si trova la porta. E in quelle due pause perverrai alla comprensione, vedrai che il respiro in se stesso non è vita, forse è nutrimento per la vita, come altri cibi, ma non è la vita. Perché quando il respiro si arresta tu sei presente, assolutamente presente: sei perfettamente consapevole, assolutamente cosciente. E anche se il respiro si è arrestato, se il respiro non c'è più, tu ci sei ancora.

Trova un luogo comodo dove sederti per 45-60 minuti. E' bene sedere alla stessa ora e nello stesso punto ogni giorno, ma non necessariamente in un posto silenzioso. Sperimenta finché non trovi la situazione in cui ti senti a tuo agio. Puoi fare una o due sedute al giorno, ma non fare mai una seduta se non è trascorsa almeno un'ora da quando hai mangiato, e aspetta almeno un'ora dopo la seduta, prima di andare a dormire.

È importante sedersi con la testa e la schiena erette. Gli occhi devono restare chiusi e il corpo deve essere il più fermo possibile. Puoi usare un seggiolino da meditazione o una sedia, oppure dei cuscini sistemati come meglio credi.
Non esiste una tecnica di respirazione particolare: va benissimo il respiro naturale.

La Vipassana si basa sulla consapevolezza del respiro, per cui si devono osservare semplicemente l'inspirazione e l'espirazione in qualsiasi punto del corpo in cui si riesce ad avvertirne maggiormente la sensazione: all'altezza del naso o dello stomaco o del plesso solare.

Vipassana non è concentrazione e non si tratta di osservare il respiro per un'ora intera. Quando affiorano pensieri, emozioni o sensazioni, oppure quando sorge in te la consapevolezza di un suono, di un odore, o della brezza all'esterno, lascia semplicemente che la tua attenzione li segua. Qualsiasi cosa affiori può essere osservata come una nuvola che scorre nel cielo: non ti ci devi attaccare, nè la devi respingere. Ogni volta che puoi scegliere cosa osservare, torna alla consapevolezza del respiro.

Ricorda, non devi aspettarti nulla di speciale. Non esiste successo né fallimento, né vi sarà progresso. Non c'è nulla da capire o da analizzare, ma possono insorgere intuizioni di qualunque tipo. Le domande e i problemi possono essere visti come misteri con cui divertirsi.


Osho, Il Libro Arancione.

 
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