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Un inno in lode di Artemide, figlia di Giove e Latona, signora dei boschi, dei monti e dei fiumi, ma anche dei campi coltivati, speranza di vita per i poveri contadini. È una dea dai molteplici nomi e funzioni: è Lucina per le partorienti (il nome è legato a "lux", la luce), Trivia per chi si trova all'incrocio di tre vie in contesti extraurbani (luogo per il quale gli antichi cercavano la protezione divina perché potenzialmente pericoloso), e, infine, Luna, che porta le messi, facendo succedere i mesi ai mesi (in origine, il calendario era basato sulle fasi lunari).
Siamo sotto la protezione di Diana,
fanciulle e fanciulli casti.
Diana, caste fanciulle
e fanciulli, cantiamo.
O figlia di Latona, illustre
progenie dell'altissimo Giove,
tu che la madre accanto all'ulivo
di Delo ha deposto,
perché signora dei monti tu fossi
e dei boschi lussureggianti
e delle balze nascoste
e dei fiumi sonori:
tu che Lucina dalle partorienti
in preda alle doglie sei chiamata,
tu che Trivia potente e Luna
sei chiamata per la luce rubata
tu, o dea, dividendo col tuo corso
mensile il cammino dell'anno,
la povera dimora del contadino
riempi di ricchi raccolti.
Che tu sia venerata con qualunque
nome desideri e alla stirpe
di Romolo, come hai fatto sin da tempi lontani,
accorda benevola protezione.
Catullo, carme 34.