Flora
Antica divinità italica venerata a Roma, era protettrice delle piante nel delicato momento della fioritura, ma soprattutto dei cereali e dei vegetali edibili, compresi i vigneti e gli alberi da frutto.
Il suo nome, derivato dal latino flos, floris (fiore) le fu attribuito come dea di tutto ciò che fiorisce e, col tempo, estese la sua simbologia fino a essere intesa come dea delle primavera in toto.
Flora rappresentava la personificazione del rinnovamento della natura e veniva spesso chiamata Mater.
Veniva raffigurata come una giovane donna con una corona di fiori in testa, avvolta da una lunga tunica e con un mantello pieno di fiori che la dea lanciava intorno a sé.
Il culto di Flora però era presente anche presso altri popoli italici. Sia i Sabini (un'antica popolazione italica che occupava la valle del Velino) che i Vestini (antico popolo italico di lingua osco-umbra) avevano dedicato un mese a Flora, che corrispondeva all'attuale Luglio nel caso dei Vestini, mentre pare fosse Aprile nel caso dei Sabini.
La dea veniva onorata anche presso i Sanniti, in associazione a Cerere. Questo stretto legame esistito tra le due dee sembra sia essere stato presente anche a Roma, dove Flora sarebbe stata considerata quale “ministra di Cerere”.
Alla dea della vegetazione in fiore dal 28 aprile al 3 maggio di ogni anno, al culmine della fioritura, venivano dedicate le feste denominate Floralia e si svolgevano i Ludi Floreales (Giochi Floreali) che venivano celebrati in onore della dea, nel corso dei quali abbondavano i divertimenti, fra cui cerimonie sfrenate e orgiastiche, con profusione di scherzi, grandi libagioni e bevute. Si trattava di feste particolarmente allegre, gioiose, con una punta di immoralità.
Il momento culminante avveniva nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio.
Il Grande Libro delle Dee Europee-Daniela Nipoti
